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L’Unione Europea costituisce un’Area di Libertà, Sicurezza e Giustizia. All’interno di tale Area, gli Stati membri cooperano in materia di criminalità transnazionale, per evitare che coloro che si rendono responsabili di un crimine possano sfuggire alla giustizia semplicemente spostandosi in un diverso Stato membro. Il Mandato d’Arresto Europeo (MAE), ad esempio, è uno strumento che permette agli Stati membri di richiedere la consegna di una persona condannata con sentenza penale in un diverso Stato membro o che sia sospettata di aver commesso un crimine.

Ad oggi, un tale meccanismo si è rivelato essere efficiente, poiché comporta una complessità procedurale minima e pone dei limiti alla discrezionalità dello Stato di esecuzione. Allo stato attuale, accanto al MAE sono stati adottati altri strumenti giuridici che disciplinano il trasferimento di persone condannate a una pena detentiva (o ad altre forme di privazione della libertà personale) e il riconoscimento delle misure di sospensione condizionale e delle sanzioni sostitutive. Una tale forma di cooperazione trova il proprio cardine nel principio di mutuo riconoscimento delle decisioni adottate dalle autorità giudiziarie degli Stati membri e, di conseguenza, nel rapporto di reciproca fiducia tra i diversi sistemi giudiziari europei.

Tuttavia, i sistemi giudiziari differiscono tra loro, talvolta profondamente. Ad esempio, le differenze relative alle condizioni di detenzione sollevano problematiche pressanti rispetto alla salvaguardia dei diritti fondamentali delle persone interessate e sono suscettibili di minare le basi della cooperazione tra Stati.

Partendo da tali premesse, il nostro progetto mira, in primo luogo, a verificare se gli strumenti giuridici dell’Unione che applicano il principio di mutuo riconoscimento in materia penale siano capaci di tutelare in maniera adeguata i diritti fondamentali delle persone interessate, specialmente il diritto alla protezione dalla tortura e da trattamenti inumani e degradanti, il diritto al giusto processo e il diritto alla protezione della vita privata e familiare. Al fine di analizzare gli effetti, le possibilità e i problemi derivanti dall’applicazione del principio di mutuo riconoscimento in materia penale dal punto di vista del cittadino, l’approccio metodologico adottato è di tipo multidisciplinare (viene abbinato il metodo proprio delle scienze giuridiche con quello delle scienze sociali).

La ricerca, infatti, da un lato si focalizza sull’implementazione e l’applicazione dei vari strumenti giuridici che facilitano la cooperazione giudiziaria transnazionale (incluso il MAE, la Decisione Quadro 2008/909 che disciplina il trasferimento dei detenuti e la Decisione Quadro 2008/947 che regola il riconoscimento delle misure di sospensione condizionale e delle sanzioni sostitutive) e le disposizioni dell’Unione che mirano a tutelare i diritti fondamentali dei singoli. Dall’altro, attraverso un’analisi di tipo empirico, cercherà di comprendere come tali politiche operano in concreto. I Paesi che partecipano alla ricerca sono l’Italia, i Paesi Bassi, la Polonia, la Romania e la Svezia.

* Improving the transfer of persons pursuant to mutual recognition of judicial decisions in criminal matters and the citizens’ fundamental rights protection.
JUST/2014/JCOO/ AG/CRIM/7755